Affascinato dal richiamo di una splendida Sicilia, la concomitanza di una gara sulla montagna più alta della regione. Trail si trail, arriveremo a quota 3000mt, la vetta è 300 mt più sopra. Ma questa montagna è anche il vulcano per eccellenza, ancora in attività, e ovunque si guardi si vede quanto il tutto sia a sua immagine e somiglianza. E allora questo trail diventa una gara nel deserto, quelli neri, quelli di sabbia e rocce che disintegrano le scarpe. Quelle salite che per ogni passo che fai, metà torna indietro e l’altra metà affonda. Ci vuole forza, ma poi arriva il caldo, siamo in Sicilia e seppur non in spiaggia la temperatura si alza notevolmente. Non vi sono alberi a rinfrescare un po’ l’aria. Inoltre la sabbia è talmente fine che fa polvere al nostro passaggio.
Gli organizzatori sono stati bravi, ristori ce ne sono veramente tanti, ma la richiesta di liquidi è sempre alta.
Il paesaggio a volte poi diventa realmente lunare. Tutto secco e brullo quando il normale si sostituisce ai resti lavici. E così seppur si passano dei momenti difficili e nel mio caso anche una bella crisi potente, non ti dispiace essere lì, perché mai mi è capitato di essere in un ambiente così suggestivo e che incute rispetto, tantissimo rispetto. Cadere anche solo sul sentiero vuol dire spesso abrasioni profonde, restare senza acqua una sorta di suicidio e il caldo da gestire, un colpo di calore e sei finito. La pelle che brucia, la sabbia si appiccica e diventi nero come il carbone.
Gli occhiali indispensabili al pari del cappello. Coccinelle, tantissime coccinelle a 2700 mt. Il loro rosso si esalta sul nero lavico. E poi le discese, quelle dove le ghette servono sicuramente ma non fanno miracoli. Sino ai polpacci sprofondi nella sabbia e ti ritrovi che le scarpe imbottite di detriti. Persino nelle calze si infila la sabbia e svuotare le scarpe di tanto in tanto non vuol dire non avere più nulla nei piedi.
Il risultato agonistico è l’ultima cosa a cui pensi anche se lo ammetto ho fatto il possibile poi per mantenere la mia posizione finale, a quel punto fa sempre piacere, ma prima no… che mi importa. Avevo da fare le mie foto e assaporare quello che per me è quasi impossibile immaginare, una corsa nel deserto, perché questo non è un semplice Trail.